Percorsi selvaggi…
Ancora pochi giorni e anche quest’estate rimarrà solo un lontano ricordo. L’aria fresca che in queste mattine scende dalle Prealpi ha già annunciato l’arrivo della nuova stagione. La mia preferita, l’autunno.
Come quando si è bambini, settembre segna sempre uno spartiacque importante nella nostra grande agenda di vita: si guarda lontano, si progetta il futuro, si sogna, si fantastica e ci si ferma per uno sguardo veloce ai mesi appena trascorsi.
Quello di quest’anno è un resoconto importante.
Se c’è qualcosa che ho imparato nelle scorse settimane è la certezza che in noi - nascosto da qualche parte, ma presente in tutti noi - risiede uno spirito primordiale desideroso di libertà, di spazi aperti e di poche sovrastrutture sociali pre-costitute.
Non è una questione di genere, età o provenienza sociale: ardiamo dello stesso desiderio, abbiamo bisogno di stare all’aperto, in mezzo alla natura, ritrovarci dispersi in qualche remoto angolo di mondo ad ammirare panorami grandiosi ed incontaminati.
Tutto questo ci fa sentire più vivi, più umani, più a contatto con la nostra stessa realtà.
Del resto, basta davvero poco.
È sufficiente allontanarsi dalle strade battute, prendere un percorso secondario - uno di quelli che neanche viene visto dal nostro occhio distratto - allontanarsi dalla folla e scoprire un mondo diverso.
È sufficiente percorrere un sentiero in mezzo alla natura, inoltrarci nello sconosciuto, scivolare verso l’ignoto che odora di legno e di erba bagnata: quello stretto tratto di terra si trasformerà in un portale spazio-temporale per la magia dell’esplorazione umana, lo strumento grazie al quale potremo perderci e ritrovarci.
I percorsi selvaggi ci entrano dentro, scavano nel nostro subconscio, si fermano e lì rimangono.
Sono la nostra via di fuga dall’esistenza iper-tecnologica che conduciamo. In mezzo alla Natura il mondo è grande, aperto, gli elementi si scatenano.
Lì in mezzo ci sentiamo così piccoli, ma la nostra esistenza ci sembra così grande.
Non è importante aver viaggiato a lungo, sentirsi pronti e preparati, o esser alla prima esperienza Tutti siamo impauriti davanti all’ignoto, ma è quella scoperta alla fine della strada che ci affascinerà.
Godetevi il viaggio, scegliete percorsi secondari e perdetevi nella natura. Il nostro mondo è grande: da qualche parte c’è un sentiero - il vostro sentiero - che aspetta solo di esser percorso.