Un’estate verso luoghi remoti e isolati
Sono tornato da poche ore dall’Islanda e verso mezzogiorno non ho perso occasione per dirigermi verso l’Alto Lario per godere della solitudine di una bella giornata di vento e tempesta: il modo migliore per sedersi in riva al lago, rinfrescarsi un po’ e pensare ai prossimi tour in partenza. Se i primi due tour hanno seguito il percorso classico lungo la ring road (anche perché le piste interne erano ancora chiuse), i prossimi saranno completamente diversi. Sarà un’estate all’insegna di luoghi remoti e isolati, dopo alcuni anni tornerò finalmente a percorrere le piste interne dell’Islanda.
La prima occasione sarà il tour Islanda sconosciuta, dove sarò in compagnia di Maurizio Levi per raggiungere gli avamposti più lontani dell’entroterra islandese. Nell’ordine: Landmannalaugar, Askja e Kerlingafjöll.
Nel mese di agosto invece guiderò un gruppo privato e raggiungeremo Þórsmörk: ci fermeremo un paio di notti a Vulcano Hut per esplorare l’area con i suoi innumerevoli trekking, prima riprendere il cammino verso nord, lungo la leggendaria pista del Kjölur, un tempo nascondiglio prediletto di briganti e fuorilegge.
Si tratta davvero di alcuni dei luoghi più incredibili e remoti dell’isola.
Ecco una breve sintesi: spero possa invogliare a partire e andare alla loro scoperta.
ASKJA: la regione a nord-est dell’isola è sempre stata una delle più inaccessibili e meno battute d’Islanda. Prima dell’inizio del Novecento pochissimi uomini l’avevano raggiunta: sempre loro, per lo più fuorilegge che cercavano di sfuggire alle maglie sempre più strette della civiltà (il che detto per l’Islanda con i suoi 3 abitanti per chilometro quadrato è un eufemismo, ma tant’è…).
La regione prende il nome da una caldera negli altipiani centrali, appena a nord del ghiacciaio Vatnajökull ed è famosa per le sue drammatiche eruzioni, soprattutto quella del 1875. Tutta l’area è conosciuta per i suoi paesaggi lunari e per essere stata il campo di addestramento per gli astronauti dell'Apollo.
È raggiungibile solo per pochi mesi l’anno, da metà giugno a fine agosto, e solo con mezzi fuoristrada 4x4.
KERLINGARFJÖLL: questo luogo è molto probabilmente una delle gemme meglio nascoste dell’Islanda centrale e il suo paesaggio è tra i più incredibili e variegati dell’intera l’isola, molto simile a Landmannalaugar o a Hveravellir.
Alcune caratteristiche geologiche di Kerlingarfjöll non sono ancora state del tutto comprese dagli scienziati, ma sotto questo maestoso gruppo di montagne si nasconde un grande vulcano che ha trasformato il terreno circostante e ha reso l’intera area una delle più importanti a livello geotermale del Paese.
LANDMANNALAUGAR: chi ambisce a visitare l’Islanda avrà sicuramente sentito parlare di quest’ultimo avamposto, un po’ campo base d’alta quota, un po’ Festival Woodstock. Un luogo magico, a cui sono particolarmente legato perché ho passato qui tante notte in tenda (e probabilmente mi ha garantito almeno dieci anni di reumatismi in vecchiaia, ndr).
Negli anni scorsi ero solito affermare: “Non si può dire di conoscere l’Islanda senza esser mai stati a Landmannalaugar!” Ne sono ancora convinto…
Un sito senza eguali, noto per la sua variegata geologia e per i suoi colorati paesaggi. Nelle vicinanze, il vulcano Torfajökull ha prodotto una delle aree più importanti di riolite, oltre ad aver fatto registrare una delle più grandi eruzioni islandesi dalla colonizzazione.
Nessun’altra descrizione sarebbe sufficiente: per capire Landmannalaugar, bisogna andare a Landmannalaugar.
Quest’estate (finalmente) ci torneremo e - sissignori, non vedo l’ora di partire ed esplorare queste zone: esser là, inzuppato fradicio a chiedermi ancora una volta: “Ma che ci faccio qui?!? Non potevo starmene alla larga da questo posto dimenticato da Dio…”
Lo so, sono pronto: solo dopo che sarò tornato potrò finalmente godere della bellezza di queste terre così bizzarre, e tornare a sognare di calpestar i loro sentieri ancora una volta…